ANDARE PER MONASTERI: UN VIAGGIO DI SCOPERTA TOTALE Recensione del libro: “Andare per monasteri” di Lucetta Scaraffia

“Andare per monasteridi Lucetta Scaraffia è un viaggio tra monasteri, conventi ed eremi italiani.

Un viaggio che non è solo ricerca di testimonianze storico-artistiche ma ricerca di qualcosa che va oltre l’esperienza intellettuale e l’esercizio culturale.

La ricerca della “profondità” viene espressa alla perfezione meraviglia tramite il silenzio che domina incontrastato nei monasteri. Quel silenzio che quasi sconvolge noi contemporanei abituati come siamo al continuo rumore di fondo delle nostre città e del nostro stile di vita.

“Quale che sia il motivo per cui si è andati in un monastero – anche se superficiale o profano, come il basso costo della pensione o la partecipazione a un seminario di filosofia – lì si incontra il silenzio, e il silenzio, per l’uomo, apre la porta alla ricerca di Dio”.

andare per monasteri

Andare per monasteri: tra arte e spiritualità

Il libro “Andare per monasteri sa combinare in maniera arguta i diversi livelli stratificatisi in questi luoghi nel corso dei secoli. E soprattutto l’arte e la storia da un lato e la spiritualità dall’altro. Non dobbiamo dimenticare che molti dei posti visitati dall’autrice di “Andare per monasteri sono strutture attive. Dove le comunità religiose continuano a vivere e pregare all’interno di queste mura venerande proprio come accadeva secoli fa.

Possiamo ammirare il monastero di San Giorgio Maggiore a Venezia. Collocato sull’isola omonima, fronteggia in maniera scenografica il bacino di San Marco e si distingue per l’inusitata ricchezza di arte e storia. Qui hanno soggiornato Federico II e Cosimo il Vecchio e hanno apposto la loro firma architetti e artisti di talento immenso come Palladio, Tintoretto e Vittore Carpaccio.

Se pochissimi sono i monaci ad abitare ancora oggi nel monastero veneziano, basta inerpicarsi al confine tra Toscana e Romagna per trovare una struttura religiosa pullulante di vita: siamo al monastero di Camaldoli. A qualche chilometro di distanza dal monastero sorge l’eremo dove – tra i boschi – regna un silenzio sovrannaturale all’interno del muro perimetrale che nasconde alla vista dei curiosi le casette degli eremiti e la loro pace interiore.

“I monasteri o i conventi (…) mantengono nelle loro mura i segni di una storia spesso appassionante, il ricordo di lunghe ore di meditazione, di canto sacro e di preghiera, ma anche di carità. La loro struttura – che pure può essere molto diversa – svela non solo i diversi modi di intendere un progetto di vita comunitaria, ma addirittura di creare un luogo speciale, dove possa avvenire l’incontro diretto dell’essere umano con Dio”.

Andare per monasteri a Roma e dintorni

Il libro “Andare per monasteri tocca alcune tappe nei dintorni di Roma. E cosa ancora più incredibile, l’autrice ci invita a entrare in un monastero posto praticamente al centro di Roma.

La cosa suona strana perché si è portati ad immaginare che i monasteri siano sempre localizzati in posti isolati fuori dalle grande città. Invece, il monastero di Tor de’ Specchi, dove vivono e pregano le oblate di Santa Francesca Romana, è posto tra il Campidoglio e il Teatro di Marcello. E a vederlo bene da fuori non sembra nemmeno un monastero ma una serie di case medievali ben restaurate e allineate lungo la strada.

Ma abbiamo già visto che Roma sa riservarci queste piacevoli sorprese. Come l’Abbazia delle Tre Fontane sulla via Laurentina dove i monaci trappisti, oltre a pregare e onorare il Signore, producono una birra artigianale di rara eccellenza.

Poco fuori da Roma, in direzione sud, con l’autrice di “Andare per monasteri ci imbattiamo in un’altra sorpresa singolare. Siamo a Grottaferrata, nella cosiddetta Abbazia di San Nilo. In realtà, il nome ufficiale di questo complesso religioso è monastero esarchico di Santa Maria di Grottaferrata. Ad osservarlo bene – con mura, fortificazioni e fossati – sembra più una roccaforte che un monastero.

Ma la vera sorpresa, come al solito, si trova all’interno di queste mura. Qui, ci troveremo al cospetto di monastici vestiti di nero, con lunga barba e caratteristico copricapo di foggia orientale. Sono monaci basiliani perché l’Abbazia di San Nilo è una struttura religiosa cattolica ma di rito bizantino-greco.

Venne fondata qualche anno prima della scissione tra la chiesa di Roma e quella di Costantinopoli, da alcuni monaci basiliani provenienti dal sud Italia – all’epoca dominio bizantino. Per questi monaci la divisione delle due chiese sembra non essere mai avvenuta e loro continuano ad officiare messa con un rito molto suggestivo e lievemente diverso da quello a cui si assiste normalmente nelle chiese cattoliche tradizionali.

Andare per monasteri certosini

Negli itinerari di “Andare per monasteri siamo alle prese con monasteri, conventi ed eremi ed incontriamo comunità benedettine, francescane, cistercensi, basiliane. Tra queste spicca quella dei certosini.

I monasteri fondati e abitati dai certosini si chiamano certose. Il nome deriva dalla Grande Certosa (Grande Chartreuse) – la casa madre dei certosini fondata in Francia parecchi secoli fa. In Italia si trovano numerose certose anche se quelle attualmente attive sono due. Per visitare le certose, con l’autrice di “Andare per monasteri ci spostiamo nel sud Italia.

Qui, incontriamo la certosa di Padula – uno dei monasteri certosini più grandi d’Europa collocato tra le alture del Cilento, in Campania. La certosa di San Lorenzo da molto tempo non accoglie più monaci e dopo un lungo periodo di abbandono è stata completamente restaurata e riportata al suo splendore originario. Oggi, fa parte di uno dei siti UNESCO italiani e per la precisione di quello noto come: Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula.

Per ammirare una certosa ancora in attività dobbiamo spingerci in Calabria. Qui, in provincia di Vibo Valentia, sorge la certosa di Serra San Bruno. Costruita per volontà di quel san Bruno fondatore stesso dell’ordine certosino in un luogo isolato tra i boschi come spesso avviene per queste strutture religiose dal fascino immutabile.

“La ricerca della solitudine – ingrediente fondamentale per una vita di preghiera – e la sensazione che proprio la bellezza del creato può avvicinare le anime a Dio fanno sì che i monasteri sorgano spesso in zone indimenticabili”.

“L’arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità.”
Pablo Picasso

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