La ricchezza degli interni – una lunga infilata di saloni colmi di opere d’arte che finisce, come fosse un percorso incantato, nella splendida galleria – non è immaginabile osservando i sobri e austeri prospetti delle facciate esterne
Daria Borghese Tweet
La nostra visita di oggi ci spinge all’interno della:
- Galleria Colonna a Roma.
La Galleria Colonna a Roma è inscindibile dal Palazzo Colonna e dalla storia della famiglia Colonna. Una famiglia, che nel bene e nel male, è stata importantissima per la storia della città eterna almeno dal 1100 ad oggi.
Una famiglia che, nel corso di una vicenda plurisecolare, ha annoverato tra le sue fila cardinali, papi, condottieri, sindaci, generali, senatori, ambasciatori e altro ancora. Avremo modo di conoscere alcuni degli esponenti della famiglia Colonna nel corso dell’articolo. Senza dimenticare il ruolo di primo piano svolto dalle donne della famiglia, dalla beata Margherita alla principessa Isabelle passando per la poetessa Vittoria.
Ma ora è tempo di tornare all’interno della Galleria Colonna a Roma. Dove tra affreschi maestosi, arredi fastosi e un profluvio di ricchissime decorazioni, si celebra uno dei protagonisti assoluti della famiglia Colonna.
Ma chi era il nostro celebre capitano? A quale battaglia epocale per le sorti del mondo occidentale prese parte? E perché è ritratto come trionfatore negli affreschi della Galleria Colonna a Roma?
Per scoprirlo dobbiamo recarci nel mezzo del Mediterraneo, in un giorno di tanti secoli fa, per assistere ad una delle battaglie navali più celebri della storia.
Dalla Galleria Colonna a Roma alla Battaglia di Lepanto
Lepanto, 7 ottobre 1571.
D’un tratto, all’alba di un giorno che in un modo o nell’altro era destinato a passare alla storia, tutte le vele della flotta cristiana furono ammainate.
Rimase a sventolare verso il cielo soltanto il vessillo con il Redentore, quasi come una richiesta d’aiuto divino.
Il primo a ricevere quel vessillo – noto come Stendardo di Lepanto – fu l’ammiraglio Marcantonio II Colonna, capitano generale della flotta pontificia. Nel giugno 1571, il papa Pio V donò il vessillo al suo capitano.
Imbarcatosi a Gaeta con la sua flotta, Marcantonio Colonna fece rotta verso oriente. Nel golfo di Patrasso consegnò il vessillo a don Giovanni d’Austria – figlio naturale dell’Imperatore Carlo V e capitano generale della Lega Santa.
In quella mattina del 7 ottobre 1571, lo Stendardo di Lepanto venne issato sulla Real – l’ammiraglia della flotta spagnola. E il vento, fin a quel momento contrario alla compagine cristiana, cambiò direzione. Ebbe così inizio lo scontro titanico tra la flotta della Lega Santa da una parte e le galee ottomane dall’altra.
La Real e gli spagnoli erano al centro dello schieramento cristiano. Accanto a don Giovanni d’Austria, con coraggio e temerarietà combatteva in prima linea Marcantonio II Colonna. Sfidando il nemico in prima persona e non tirandosi mai indietro nello scontro diretto.
E fu così, mentre affronta il turco faccia a faccia, che Marcantonio II Colonna venne ritratto nei celebri affreschi della volta della Galleria Colonna a Roma.
Un affresco che celebra l’ammiraglio di famiglia e una delle battaglie navali più famose della storia: la battaglia di Lepanto.
La Battaglia di Lepanto
La battaglia di Lepanto vide l’unione delle forze cristiane sotto il vessillo del Redentore per fronteggiare l’avanzare degli ottomani, ormai padroni di gran parte del Mediterraneo.
La Lega Santa fu voluta da papa Pio V che nel maggio del 1571 benedì la coalizione tra Stato della Chiesa, Spagna e Repubblica di Venezia. A queste si unirono poi Genova, i Savoia, la Toscana, i Cavalieri di Malta e altri stati italiani come Urbino, Parma, Ferrara e Mantova.
Lo schieramento dei cristiani in mare aperto era così portentoso da far tremare i polsi. Al centro dell’arco di attacco della Lega Santa vi era la flotta spagnola capeggiata da don Giovanni d’Austria. Al suo fianco, oltre Marcantonio Colonna ammiraglio delle galee pontificie, vi erano i Cavalieri di Malta mentre altri combattenti italiani erano imbarcati direttamente sulle navi spagnole. A nord, vi erano i veneziani agli ordini dell’ammiraglio Agostino Barbarigo e a sud i genovesi comandati da Gianandrea Doria.
Lo scontro fu terribile e i numeri, riportati da alcune fonti, a dir poco impressionanti. Gli ottomani persero 30mila uomini e 210 navi mentre i cristiani 8mila uomini e 20 galee. Altre fonti riportano numeri inferiori ma pur sempre sconvolgenti.
La battaglia di Lepanto fu un grande vanto per l’occidente cristiano che però non seppe sfruttare a pieno l’onda lunga della vittoria. Subito dopo il trionfo, ripresero le scaramucce tra veneziani e spagnoli e la Lega Santa venne sciolta nel giro di pochi anni. Gli ottomani ebbero tutto il tempo di riorganizzarsi a dovere diventando ancora più minacciosi di prima.
Il Palazzo Colonna
Gli affreschi della volta della Galleria Colonna a Roma celebrano le gesta eroiche del trionfatore di Lepanto: Marcantonio II Colonna.
La Galleria Colonna a Roma, magnifica e fastosa, è soltanto una parte del formidabile Palazzo Colonna. L’edificio inizia a prendere forma nelle sembianze attuali soltanto nel ‘600. Prima di questa data, dobbiamo immaginarlo come una lunga serie di caseggiati affiancati l’un l’altro e quasi sovrapposti tra loro: una sorta di fortezza medievale.
I diversi corpi di fabbrica erano sorti nel corso del tempo per far fronte alle esigenze della famiglia che erano soprattutto di ordine militare e religioso. Non dimentichiamo che i membri della famiglia Colonna per secoli sono stati in larga parte o militari o esponenti di spicco del clero cattolico.
In questo contesto edilizio molto variegato, nel ‘600 i capifamiglia imprimono una svolta decisiva ai lavori di abbellimento dell’edificio. Nel corso di questo secolo, il palazzo perde l’austero aspetto di fortezza per trasformarsi in una residenza urbana unitaria, fastosa e solenne. In realtà, l’evoluzione del palazzo segue quello della famiglia. Infatti, proprio in questo arco temporale i Colonna abbandonano la loro indole militaresca trasformandosi in principi e mecenati illuminati.
La “svolta” in tal senso avviene con Filippo I. Ottenuta la guida della famiglia per vie traverse, si impegna a risanare le casse dissestate della famiglia. E fa sistemare splendidamente il giardino sulle pendici del Quirinale, collegandolo al piano nobile del palazzo tramite i ponti su via della Pilotta.
L’opera di abbellimento del palazzo passa poi nelle mani del cardinale Girolamo I, figlio di Filippo I, uomo coltissimo e mecenate a tutto tondo. E viene completata definitivamente da Lorenzo Onofrio, nipote del cardinale Girolamo I e promotore dei lavori della superba Galleria Colonna a Roma.

La Galleria Colonna a Roma: una breve visita
Entriamo finalmente nella Galleria Colonna a Roma. Cuore propulsivo del palazzo di famiglia, scrigno prezioso in cui si conservano opere d’arte più uniche che rare. Emblema del fasto e della scenografia barocca ed esaltazione delle gesta dell’eroe di Lepanto.
Tutto questo è la Galleria Colonna a Roma. Voluta da Lorenzo Onofrio Colonna e ideata nella sua spazialità esuberante dall’architetto Antonio del Grande che vi lavorò dal 1661 in avanti.
La Galleria Colonna a Roma è costituita da tre ambienti posti l’uno in fila all’altro. Al centro si trova la sala Grande, il più maestoso dei tre, sulla cui volta sono riportate le scene legate alle gesta di Marcantonio II. Eseguite tra il 1675 e il 1678 dai due pittori toscani Coli e Gherardi, le scene raffigurano i seguenti episodi:
- Il Doge di Venezia che tiene consiglio per debellare i Turchi
- Pio V che affida il comando della flotta a Marcantonio II Colonna
- La battaglia di Lepanto
- L’ingresso trionfale di Marcantonio II a Roma
- L’inaugurazione della statua di Marcantonio II
Alle due estremità della sala Grande della Galleria Colonna a Roma, verranno poi aggiunte la sala dei Paesaggi e la sala della Colonna Bellica.
Nella sala dei Paesaggi, nella volta viene affrescata la Gloria di Marcantonio II. Nella sala della Colonna Bellica – chiamata così per la colonna di marmo rosso posta al centro dell’ambiente – nella volta è raffigurata l’Apoteosi di Marcantonio II.
Il raccordo tra la sala Grande e la sala della Colonna Bellica della Galleria Colonna a Roma, avviene tramite alcuni gradini. Proprio perché originariamente i due ambienti appartenevano a corpi di fabbrica diversi. Su questi gradini è presente ancora oggi la palla di cannone sparata dal Gianicolo nel 1849, entrata da una finestra o dal tetto e rimasta lì per sempre.
Una famiglia di portenti
La Galleria Colonna a Roma è uno degli esempi più mirabili dell’arte barocca. Ricordiamo che oltre alle decorazioni fastose, alle specchiere e alle raffigurazioni sulla volta, la Galleria Colonna a Roma è una superba pinacoteca. Una quadreria dove si conservano opere di autori unici, tra cui il quadro noto come Venere, Cupido e un satiro del Bronzino.
La Galleria Colonna a Roma è il punto più altro raggiunto da una famiglia che nel corso dei secoli ha dato alla storia figure di primissimo piano.
Ricordiamo Oddone Colonna, papa della chiesa cattolica con il nome di Martino V dal 1417 al 1431. Abbiamo parlato lungamente di Marcantonio II, eroe della battaglia di Lepanto ed icona figurativa della Galleria Colonna a Roma. Non possiamo non citare Vittoria Colonna, zia di Marcantonio II, poetessa e musa di Michelangelo Buonarroti.
Molti altri membri della famiglia Colonna sono rintracciabili nei libri di storia. Ma uno di questi compì uno dei gesti più temerari ed oltraggiosi di sempre. Il suo nome è Giacomo ma da tutti è conosciuto semplicemente come Sciarra.
Sì, proprio quello Sciarra Colonna protagonista dell’episodio passato alla storia come lo “Schiaffo d’Anagni”. Ma questa è un’altra storia… e presto avremo modo di raccontarla.