Leonardo agli Uffizi: tra le opere del genio universale 5 opere di Leonardo da Vinci agli Uffizi… e non solo

Acconciossi per via di Ser Piero suo zio nella sua fanciullezza a l’arte con Andrea del Verrocchio, il quale facendo una tavola dove San Giovanni battezzava Cristo, Lionardo lavorò un angelo, che teneva alcune vesti; e benché fosse giovanetto, lo condusse di tale maniera, che molto meglio de le figure d’Andrea stava l’angelo di Lionardo. Il che fu cagione ch’Andrea mai più non volle toccare colori, sdegnatosi che un fanciullo ne sapesse più di lui

Siamo alle prese ancora una volta con il sommo:

  • Leonardo da Vinci

pittore, architetto, artista a tutto tondo, ingegnere, inventore, precursore del futuro e chi più ne ha più ne metta.

Ma anche uomo del suo tempo, osservatore quasi maniacale della natura e della realtà che lo circondava.

E proprio dall’osservazione diretta che Leonardo fece di un terribile fatto di sangue accaduto nella Firenze degli ultimi decenni del ‘400, nasce un disegno portentoso che riassume in pochi schizzi tutta la sensibilità del genio toscano.

Tra poco scopriremo insieme il fattaccio a cui ha assistito Leonardo ma prima vediamo brevemente il nostro itinerario in cinque opere.

Leonardo agli Uffizi: un percorso di visita

In questo articolo parleremo di:

  • Leonardo agli Uffizi

e delle celebri opere del grande artista toscano conservate presso il portentoso museo di Firenze.

Fedele al suo essere “fannullone”, in realtà i quadri di Leonardo agli Uffizi non sono propriamente cinque.

Ma tra opere di sua mano, disegni, interventi su altre tele e quadri collegati al suo percorso artistico, riusciremo comunque a seguire il nostro itinerario in 5 opere con Leonardo agli Uffizi.

Nell’itinerario di visita Leonardo agli Uffizi ammireremo:

  • un quadro opera di Andrea del Verrocchio, il maestro dei maestri e mentore dello stesso Leonardo, in cui l’artista di Vinci si limitò a dipingere un angelo dall’aspetto rivoluzionario;
  • una delle pochissime tavole eseguite completamente da Leonardo;
  • un quadro incompleto ma di fondamentale importanza per la storia dell’arte;
  • un dipinto che, come vedremo, si ricollega al precedente ma di mano di un altro grande artista rinascimentale;
  • un disegno di paesaggio ancora oggi misterioso ma di una bellezza senza tempo.

Ma prima di addentrarci insieme nel nostro percorso alla scoperta di Leonardo agli Uffizi, ritorniamo con la mente a quel tragico momento della storia di Firenze: la Congiura dei Pazzi, avvenuta sotto la celebre cupola del Brunelleschi.

Uno straordinario episodio storico in cui, come anticipato, ebbe un ruolo di primo piano anche il nostro Leonardo da Vinci.

Scene da un’esecuzione capitale

Firenze, 29 dicembre dell’anno 1479.

Una scena cruenta e quasi surreale si para davanti agli occhi della folla accalcata in piazza.

Da una delle finestre del palazzo del podestà, penzola esamine il corpo di un uomo impiccato in modo tanto atroce e senza alcuna pietà.

Ma il raccapriccio per la macabra situazione lascia il posto allo stupore per lo stravagante abbigliamento del condannato a morte: l’impiccato indossa dei curiosi “abiti di taglio turchesco”.

Tra la folla si aggira anche uno degli artisti più importanti di tutti i tempi, famoso per aver lasciato a noi posteri una quantità innumerevole di schizzi, appunti e disegni.

L’artista tira fuori il suo inseparabile taccuino e con pochi e decisi segni e con alcune note a margine, imprime sulla carta questo episodio tanto singolare. In maniera del tutto realistica, schizza il corpo dell’impiccato abbigliato con abiti orientali e la corda a cui penzola ormai senza vita.

Così Leonardo da Vinci ritrae l’impiccagione di Bernardo Bandini Baroncelli, assassino di Giuliano de’ Medici ed esecutore materiale della famosa Congiura dei Pazzi avvenuta il 26 aprile 1478.

La vendetta finale di Lorenzo il Magnifico

In quel funesto giorno, sotto la cupola del Brunelleschi all’interno della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, Bernardo Bandini aggredisce Giuliano de’ Medici assestandogli il primo e decisivo colpo mortale.

Si lancia poi su Lorenzo e prima di arrivare al Signore di Firenze, uccide il fido Francesco Nori.

Lorenzo il Magnifico si salva miracolosamente e sul cadavere dell’amato fratello giura vendetta assoluta.

La salvezza di Lorenzo coincide con la disgrazia di Baroncelli. L’omicida di Giuliano realizza che tutto è perduto e si dà immediatamente alla fuga. Una fuga che lo porterà lontanissimo da Firenze.

Qualche tempo dopo, troviamo l’assassino addirittura nell’attuale città di Instanbul: il Baroncelli pensa così di aver messo una buona distanza di sicurezza tra sé e la sete di vendetta di Lorenzo.

Ma il Magnifico non è uomo che si lascia scoraggiare facilmente e con una lunghissima e delicata trattativa diplomatica riesce a farsi consegnare il Baroncelli direttamente dal sultano Maometto II.

Il 24 dicembre 1479, Bernardo Bandini Baroncelli scortato in forze rientra da condannato a morte a Firenze.

Addosso ha quei vestiti di foggia orientale coi cui viene impiccato solo qualche giorno dopo e con cui viene ritratto con pochi e significativi schizzi da Leonardo da Vinci. Il mitico disegno del genio di Vinci è oggi conservato presso il museo Bonnat di Bayonne, in Francia.

Un anno e mezzo dopo i tragici fatti della Congiura, la vendetta di Lorenzo il Magnifico si compie definitivamente e nel più tragico dei modi per l’uccisore del fratello Giuliano.

Lasciamo ora i nostri personaggi storici e immergiamoci tra i quadri di Leonardo agli Uffizi.

1 di 5: il Battesimo di Cristo

Il cuore pulsante del percorso di visita Leonardo agli Uffizi è la cosiddetta sala di Leonardo, dove troviamo ben tre opere strettamente legate, in vario modo, al pittore di Vinci.

Il primo quadro è il:

  • Battesimo di Cristo

eseguito da Andrea del Verrocchio – il maestro dei maestri – artista poliedrico e di fondamentale importanza per lo sviluppo delle arti nella Firenze della seconda metà del ‘400.

Tra i tanti nomi illustri dell’arte rinascimentale passati a bottega dal Verrocchio, un ruolo di primo piano spetta proprio al nostro Leonardo da Vinci che fu tra i suoi più stretti collaboratori – prima della partenza per Milano nel 1482.

Eseguita tra il 1470 ed il 1475, sulla tavola opera direttamente il Verrocchio con l’aiuto di diversi allievi della sua bottega.

Sembrano essere di mano di Leonardo tutti i ritocchi a olio tra cui spicca, per bellezza e capacità compositiva, l’angelo ritratto di profilo che regge le vesti di Cristo.

E proprio la magnificenza con cui venne eseguito l’angelo, secondo l’aneddoto tramandato da Giorgio Vasari, fece abbandonare i pennelli al Verrocchio – quasi sdegnato dal fatto che un allievo lo avesse superato in maestria con questa mirabile figura.

2 di 5: l’Annunciazione

Di fronte al Battesimo di Cristo, sempre nella sala 35 nel percorso Leonardo agli Uffizi, troviamo:

  • l’Annunciazione.

Eseguita tra il 1472 ed il 1475 (anche se la datazione potrebbe oscillare), la tavola è opera integrale di Leonardo.

L’arcangelo Gabriele è appena atterrato sulla terra per portare il suo annuncio divino. Le sue ali sono ancora aperte: non si tratta di ali simboliche ma di ali vere desunte direttamente dallo studio degli uccelli, nel tipico spirito scientifico e di osservazione della realtà di Leonardo.

La Madonna è seduta ed è ritratta mentre sfoglia un libro poggiato su un leggio. Guardando la scena frontalmente, notiamo alcuni difetti di impaginazione: specie nella posa della Vergine con il braccio disteso in maniera quasi innaturale.

Ma spostandoci sulla destra e abbassando il punto di vista, ci accorgiamo che magicamente i nostri occhi ricompongono perfettamente la scena: Leonardo ha utilizzato un espediente prospettico perché la tavola era collocata originariamente (e con buona probabilità) in una cappella laterale.

Oltre l’angelo e la Vergine, si staglia sul fondo il vero protagonista del quadro: si tratta del paesaggio che si apre oltre il parapetto ed il giardino rinascimentale.

Un paesaggio che sfuma con un tocco magico tra tonalità grigio e azzurre e che ritroviamo in tante opere dell’artista e anche nell’ultimo disegno che vedremo nel percorso di Leonardo agli Uffizi.

3 di 5: l’Adorazione dei Magi di Leonardo

Il terzo quadro nell’itinerario Leonardo agli Uffizi sempre all’interno della sala 35 è:

  • l’Adorazione dei Magi.

La tavola risale agli anni 1481-1482 e fu lasciata incompleta nel momento in cui Leonardo si trasferì a Milano alla corte di Ludovico il Moro.

Il gioco di prospettive, in questa tavola a monocromo, si infittisce enormemente nel vortice di gesti e volti che si affannano nei vari gruppi che compongono il quadro.

In primo piano troviamo la scena principale che fa perno sulla Vergine e il Bambino con le altre figure disposte in maniera circolare.

Alle spalle dietro il grande albero, sulla destra una scena di uomini in combattimento con cavalli mentre sulla sinistra una maestosa architettura in rovina dove il genio di Vinci si diletta in elaborate costruzioni prospettiche.

4 di 5: l’Adorazione dei Magi di Filippino Lippi

Il quarto quadro nell’itinerario Leonardo agli Uffizi è una sorta di filiazione, almeno a livello di tema e di committenza, della tavola vista nel paragrafo precedente.

L’Adorazione dei Magi fu commissionata a Leonardo dai monaci di San Donato a Scopeto.

Lasciata incompiuta a causa della partenza di Leonardo per Milano, qualche anno dopo i religiosi affidarono l’incarico di eseguire lo stesso soggetto ad un altro artista.

Si tratta di Filippino Lippi, autore di un’altra magistrale:

  • Adorazione dei Magi

sempre esposta nelle sale degli Uffizi e risalente al 1496.

adorazione dei magi filippini lippi
"L'Adorazione dei Magi" di Filippino Lippi#googleimages

Il tema della processione dei Magi si ritrova in moltissimi altri quadri presenti nel museo fiorentino. Tanti furono gli artisti che si cimentarono nella trasposizione pittorica di questo tema tanto caro al potere mediceo, da Botticelli al Ghirlandaio.

Nella tavola di Filippino Lippi, a differenza di altre opere, qui non compaiono però i Medici del “ramo di Cafaggiolo” (a cui appartenevano Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano) ma i cosiddetti “popolani”. Cioè i membri del ramo “cadetto” dalle cui fila, qualche decennio dopo, emergerà la figura di Cosimo I – primo Granduca di Toscana.

5 di 5: il Disegno n. 8P

Con l’ultima opera nel percorso di Leonardo agli Uffizi, facciamo un passo indietro e torniamo alle origini del suo percorso artistico.

E per farlo parleremo di quella che è considerata la prima opera nota di Leonardo. Si tratta del disegno di paesaggio risalente al 1473, eseguito con penna e inchiostro su carta e conservato presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi.

Lo schizzo, in base al suo inventario, è conosciuto semplicemente come:

  • Disegno n. 8P
disegno n.8p
"Disegno n. 8P"#googleimages

Al di là dell’esatta individuazione della regione geografica, quello che più ci interessa cogliere in questo mirabile bozzetto è la capacità di rappresentare il paesaggio propria di Leonardo.

E il paesaggio sarà una costante certa nelle opere del pittore.

Lo ritroviamo sia nei quadri giovanili – come visto nel nostro percorso tra le opere di Leonardo agli Uffizi – che nei grandi capolavori della maturità: basta affacciarsi alle spalle della Gioconda per testare quanto detto.

Un paesaggio che diventerà eterno grazie alla cosiddetta “prospettiva aerea”, una delle più importanti innovazioni pittoriche introdotte da Leonardo.

“Evvi un’altra prospettiva, la quale chiamo aerea imperocché per la varietà dell’aria si possono conoscere le diverse distanze di varî edifici terminati ne’ loro nascimenti da una sola linea, come sarebbe il veder molti edifici di là da un muro che tutti appariscono sopra l’estremità di detto muro d’una medesima grandezza, e che tu volessi in pittura far parer più lontano l’uno che l’altro; è da figurarsi un’aria un poco grossa. Tu sai che in simil aria le ultime cose vedute in quella, come son le montagne, per la gran quantità dell’aria che si trova infra l’occhio tuo e dette montagne, queste paiono azzurre, quasi del color dell’aria, quando il sole è per levante”.

(Trattato della Pittura di Leonardo da Vinci)

“L’arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità.”
Pablo Picasso

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