NONANTOLA Storia del Duca diventato Monaco e dell’Abbazia da lui fondata

Ducato longobardo del Friuli, qualche tempo prima dell’anno 752 d.C.

Nel silenzio delle sue stanze, un uomo assorto e corrucciato guarda davanti a sé perso nei suoi pensieri e nel suo futuro.

Sul suo letto ci sono due abiti uno accanto all’altro. Due abiti molto diversi tra loro che sottendono degli stili di vita decisamente diversi. Due abiti che rappresentano, in maniera radicale, il presente e il futuro di questo uomo che sta per compiere una scelta tanto coraggiosa quanto radicale.

Da una parte è poggiato un prezioso vestito con tanto di mantello. Dall’altro lato del letto c’è un misero e sdrucito abito da monaco benedettino.

Anselmo indugia un momento ma alla fine non ha dubbi: stringe tra le mani il saio e si appresta con ardore ad affrontare la sua nuova vita abbandonando per sempre il ruolo di Duca del Friuli, la seconda carica più importante del Regno dei Longobardi in Italia dopo lo stesso Re.

Non sappiamo se la storia si andata esattamente così. È possibile anche che Anselmo sia incappato in giochi e trame di potere di fronte ai quali dovette necessariamente fare “un passo indietro”.

Ma nel momento in cui abbraccia la vita monastica, Anselmo diventa una figura chiave del mondo religioso dell’epoca. E gli echi della sua grandiosa opera sopravvivono in maniera sfolgorante ancora oggi nella celebre Abbazia di Nonantola.

Grazie alla donazione di terre da parte del cognato Astolfo re dei Longobardi, nell’anno 752 d.C. Anselmo fonda questo splendido edificio monastico – di cui diventa subito il primo abate – a pochi chilometri da Modena.

La Basilica Abbaziale di Nonantola è uno splendido esempio di architettura romanica, realizzata nell’XI secolo. Nel ‘900, il restauro filologico ha riportato in vista le strutture romaniche eliminando le superfetazioni aggiunte nel corso dei secoli (specie quelle barocche).

Il portale di ingresso è sottolineato da un protiro sporgente e sormontato da una lunetta, i cui rilievi scultorei sono attribuiti a Wiligelmo – il mitico scultore medievale autore anche delle celebri opere del vicino Duomo di Modena.

Superato il portale, ci immergiamo in una tipica chiesa romanica a tre navate suddivise da massicci pilastri e terminanti in altrettante absidi semicircolari. All’interno l’essenzialità e il rosso dei mattoni la fanno da padrona. Al termine della navata centrale, una scala conduce al piano sopraelevato del presbiterio mentre le altre al piano più basso della cripta.

Il presbiterio, cioè il luogo in cui si posizionano gli officianti dei riti religiosi, è caratterizzato dall’altare in cui sono contenute le reliquie di San Silvestro I papa, dalla cattedra dell’abate e dal crocefisso nella semivolta dell’abside.

Nella cripta, una delle più grandi dell’architettura romanica, si conservano le reliquie di alcuni santi comprese quelle di Anselmo – il fondatore dell’Abbazia.

La splendida Abbazia di Nonantola è stata chiusa per alcuni anni a seguito del terribile terremoto che nel 2012 ha colpito l’Emilia e altri territori dell’Italia del nord. Riaperta nel settembre del 2018, è oggi pienamente visitabile in tutto il suo splendore per rivivere da vicino la coraggiosa scelta di Anselmo e la storia che promana da ciascuna delle sue pietre.

“L’arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità.”
Pablo Picasso

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