La Cattedrale di Anagni Storia e arte dal medioevo

La cripta vera e propria è un’autentica meraviglia. Qui la decorazione è totale, in quello spirito medioevale che teme fino in fondo l’horror vacui

Con l’articolo dedicato alla:

  • Cattedrale di Anagni

compiamo un tuffo nel medioevo più autentico.

Quel periodo della storia umana ingiustamente bistrattato. E che oggi, grazie alla dedizione di tanti studiosi, riusciamo a leggere nella giusta prospettiva.

Anche il medioevo, come altri cicli della storia, ci ha lasciato testimonianze materiali stupefacenti. E la Cattedrale di Anagni è un autentico documento vivente della capacità artistiche, della laboriosità e dell’immaginazione creativa dei nostri avi.

Nella parte finale dell’articolo, scenderemo nella cripta della Cattedrale di Anagni per osservare da vicino le meraviglie che questo luogo cela intatte da svariati secoli.

Ma prima di iniziare la nostra visita guidata, torniamo con la mente ad un fatto storico eclatante. Gli eventi che stiamo per narrare si svolsero a poche centinaia di metri dalla Cattedrale di Anagni.

E come sempre erano destinati a rimanere nella storia.

La Cattedrale di Anagni: a due passi dall’oltraggio

Anagni, 7 settembre dell’anno 1303.

Le urla della soldataglia, il nitrire dei cavalli imbizzarriti, il calpestio sul selciato di zoccoli e stivali invade strade, piazze e slarghi di Anagni.

Il clamore delle armi penetra fin dentro al palazzo dove se ne sta asserragliato il pontefice. Assorto sulla sedia papale, il vicario di Cristo aspetta indomito il sopraggiungere dei suoi nemici.

Quando gli assalitori fanno il loro ingresso nel suo palazzo, il papa mantiene una calma ieratica. È il depositario ultimo del diritto divino e non può certo mostrare timore davanti a degli scomunicati in pectore.

I soldati sfondano la porta della sala del trono. Entrano per prima due uomini.

Uno è l’esponente di punta di una importante famiglia romana, acerrima nemica di quella a cui appartiene il papa. L’altro uomo viene dalla Francia ed è arrivato nel cuore dell’Italia per scongiurare l’irreparabile. Una strana accoppiata si direbbe.

Se il francese, al cospetto del papa, dimostra tranquillità – l’altro è completamente accecato dall’ira.

Rosso in viso, gli occhi iniettati di sangue. Davanti a lui non vede certo il vicario di Cristo ma soltanto l’uomo che ha completamente distrutto lui e la sua famiglia.

L’ora della vendetta è giunta e a quel punto la situazione precipita. L’uomo avanza verso il trono, si toglie il guanto di ferro e schiaffeggia il papa con tutta la forza delle sue mani e della sua disperazione.

La storia è fatta: lo schiaffo di Anagni è avvenuto.

A pochi metri dalla Cattedrale di Anagni, nel palazzo del papa si compie uno degli episodi più controversi della storia.

È praticamente impossibile stabilire se la violenza fisica sul papa sia stata compiuta realmente. Ma l’oltraggio verso il papa è un dato di fatto e l’episodio ebbe strascichi decisivi per le sorti politiche del tempo.

E ora di conoscere i protagonisti.

Lo schiaffo di Anagni: c’erano un papa, un nobile romano e un cancelliere francese…

Il papa che subì l’oltraggio era Bonifacio VIII, al secolo Benedetto Caetani. Campione di diritto canonico, fu autore di una brillante carriera ecclesiastica che si concluse con l’elezione al soglio di Pietro nel dicembre del 1294.

Mentre scalava le gerarchie della Chiesa, il futuro Bonifacio VIII accumulava prebende e ricchezze inusitate. Queste venivano reinvestite in innumerevoli acquisizioni immobiliari di feudi, terreni e castelli in una ampia zona a sud di Roma e fino a Caserta. La sua rapace politica fondiaria lo portò a scontrarsi con i Colonna, famiglia che proprio a sud di Roma aveva i suoi feudi principali.

L’uomo che diede lo “schiaffo” al papa (figurato o reale che sia) si chiamava Sciarra Colonna. Il clan dei Colonnesi fu letteralmente annientato dall’aggressiva politica interna del papa. Bonifacio VIII destituì i due cardinali di famiglia, tolse ai Colonna tutti i loro averi e distrusse Palestrina – uno dei loro feudi principali.

I Colonna – di cui abbiamo ammirato la stupenda Galleria – ripararono scornati in Francia. La scelta non era casuale perché il papa aveva avviato, in politica estera, un duro contenzioso con Filippo il Bello – re di Francia. La materia del contendere era la tassazione del clero francese. Per Filippo, il clero su territorio francese doveva pagare i tributi al re mentre per Bonifacio, il dovuto spettava alla Chiesa.

Nel corso degli anni, lo scontro si inasprì a tal punto che Bonifacio preparò una bolla di scomunica per il re francese. Bolla che doveva essere affissa sulle porte della Cattedrale di Anagni il giorno 8 settembre 1303. Cioè, il giorno dopo lo “schiaffo”.

Da qui la presenza ad Anagni, al fianco di Sciarra Colonna, di Guglielmo di Nogaret – Cancelliere di Filippo il Bello. Pronto a tutto, pur di impedire a Bonifacio VIII la scomunica del suo amato sovrano.

La Cattedrale di Anagni: una breve visita

Secondo la tradizione, il famigerato “schiaffo” avvenne nel cosiddetto palazzo di Bonifacio VIII. Il palazzo era stato acquistato dai Caetani ed era – con la vicina Cattedrale di Anagni – il quartier generale della famiglia nella cittadina laziale.

Prima di scendere nella cripta, ammiriamo da vicino la Cattedrale di Anagni.

La Cattedrale di Anagni sorge sul punto più alto della città, un tempo occupato da un tempio romano e poi da una prima chiesa risalente al periodo carolingio.

L’edifico di culto – dedicato a Santa Maria Annunziata – venne riedificato in stile romanico tra il 1072 e il 1104 su impulso del vescovo Pietro da Salerno.

L’aspetto romanico dell’esterno all’interno lascia il passo a innesti riferibili all’architettura gotica, frutto dei lavori terminati intorno all’anno 1250. Oggi, invece, non vi è più traccia delle superfetazioni barocche – eliminate nel corso del restauro novecentesco avvenuto tra il 1938 e il 1940.

La Cattedrale di Anagni ha avuto una grande importanza nella storia della Chiesa cattolica perché per molto tempo è stata sede della curia pontificia. E la stessa Anagni ha dato i natali ad alcuni papi: tra questi compare proprio Bonifacio VIII che qui amava trascorrere il suo tempo.

La facciata della Cattedrale di Anagni – semplice e possente – è scandita da tre portali. Di fronte si erge il massiccio campanile, sempre di fattezze romaniche.

All’esterno, sul lato sinistro della fabbrica emerge la loggia delle benedizioni – alla cui sommità è posta una statua di Bonifacio VIII. La chiesa termina con tre absidi semicircolari con quella centrale sormontata da una loggia cieca.

All’interno, ammiriamo il pavimento cosmatesco e la notevole cappella Caetani. Voluta da Bonifacio VII, conserva un sepolcro con ciborio di fattezze gotiche.

La Cappella Sistina del Medioevo

Terminata la visita alla Cattedrale di Anagni, possiamo scendere finalmente nella cripta.

Prima di entrare nella cripta, però, ci aspetta un’altra chicca storico-artistica. Si tratta dell’Oratorio di Thomas Becket, ricavato – molto probabilmente – in un mitreo di epoca romana.

Ed eccoci finalmente nella cripta della Cattedrale di Anagni: la Cripta di san Magno.

Ci troviamo all’interno di un ambiente di dimensioni contenute – si tratta pur sempre di una cripta. Ma l’armonia dell’insieme e l’esplosione dei colori e degli affreschi, che si susseguono senza soluzione di continuità, lascia letteralmente senza fiato.

Usando un termine un po’ abusato – la Cripta di san Magno è nota come la “Cappella Sistina del Medioevo”.

L’ambiente è costituito da tre navate trasversali, tre absidi con altrettanti altari, 12 colonne e 21 volte. Le volte, le pareti e i muri sono interamente affrescati con un ciclo pittorico incentrato sulla “Salvezza dell’uomo” che va dalla Creazione all’Apocalisse.

La cripta venne costruita parallelamente alla Cattedrale di Anagni ma affrescata tra la fine del 1100 e il 1250 circa. Non sono noti i nomi degli artisti e delle botteghe che qui lavorarono ma gli studiosi hanno distinto tre mani diverse.

Gli artisti anonimi sono conosciuti semplicemente come Primo Maestro di Anagni o Maestro delle Traslazioni, Secondo Maestro di Anagni o Maestro Ornatista e Terzo Maestro di Anagni.

L’affresco più iconico dell’intera Cripta di San Magno è quello presente nella seconda volta, opera del Primo Maestro di Anagni. Si tratta di una rara rappresentazione della Creazione dell’uomo in chiave filosofico-scientifica.

Ammirando questa creazione della mente medievale rimaniamo stupiti dinanzi alla studiata complessità della rappresentazione. Una complessità resa con tratti chiari e decisi e che rimanda ad una visione mistica (e quasi esoterica) del creato e dell’uomo.

Un’autentica visione che dal medioevo piomba dritta nella nostra modernità. E a noi non rimane che ammirarla estasiati con il naso all’insù.

“L’arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità.”
Pablo Picasso

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