Piazza Maggiore a Bologna 4 passi nel cuore della città emiliana

E se non ci sarà più gente come me / Voglio morire in Piazza Grande / Tra i gatti che non han padrone come me attorno a me

Nel nostro viaggio tra le meraviglie delle città italiane, oggi facciamo tappa in:

  • Piazza Maggiore a Bologna.

Insieme abbiamo visitato “pezzi” nevralgici e di rara bellezza del territorio italiano. Come Spaccanapoli: il mito a cielo aperto oppure l’isola di Ortigia: la Manhattan siciliana. Senza dimenticare i Sassi di Matera e altre perle rare disseminate lungo lo stivale come Ravenna e Pienza.

Oggi ci spostiamo nel centro dell’Emilia. Con la nostra lente di ingrandimento zoomiamo nel cuore della città felsinea, lì dove si apre Piazza Maggiore a Bologna.

Un concentrato di storia, architettura e curiosità di ogni tipo. Vediamo in poche righe cosa ci aspetta nel nostro nuovo viaggio tra le pietre delle città italiane.

Piazza Maggiore a Bologna

Piazza Maggiore a Bologna è da sempre la piazza per antonomasia dei bolognesi.

Si narra che i governanti dell’epoca (siamo nel 1200), comprarono con i fondi cittadini tutte le case e gli edifici che sorgevano in questo luogo.

Pian piano le costruzioni esistenti furono demolite. Tutti i cittadini di Bologna (si stima circa 50.000 persone all’epoca) dovevano essere accolti in Piazza Maggiore a Bologna. In tal modo, il popolo poteva assistere comodamente agli eventi pubblici più importanti della città.

Lungo i lati di Piazza Maggiore a Bologna sorsero nel corso del tempo i principali edifici del potere politico e religioso della città. Partendo da nord in senso orario troviamo:

  • il Palazzo del Podestà,
  • il Palazzo dei Banchi,
  • la Basilica di San Petronio,
  • il Palazzo dei Notai,
  • il complesso dei Palazzi del Comune
  • e infine il Palazzo Re Enzo con l’antistante Fontana del Nettuno.

Proprio dal Palazzo Re Enzo inizia la nostra storia. E sempre qui, terminerà alla fine dell’articolo la nostra visita in Piazza Maggiore a Bologna.

Fuga per la leggenda

Bologna, anno 1265.

Notte fonda in città. Tutto tace dietro le finestre dei palazzi. Tutto tace tra le strade. Tutto tace nel cuore degli uomini abbandonati ai loro sogni.

Ma dall’ombra emerge un uomo con una enorme gobba dietro le spalle. Aguzzando meglio la vista nella notte bolognese, capiamo che l’uomo porta sul dorso una brenta – un grosso cesto destinato al trasporto a spalla del vino e dell’uva.

Da un palazzo nel cuore di Bologna, un altro uomo dalla fulgida chioma bionda si cala dalle finestre lasciate volutamente aperte. Giunto a terra, l’uomo biondo si infila nella brenta: il cesto è talmente grande che l’uomo ci entra interamente.

La fuga è ormai riuscita.

Ma sul più bello accade l’irreparabile. Una donna, forse l’unica sveglia nell’intera città, dalla finestra della sua casa vede brillare la bionda chioma dell’uomo al chiarore della luna.

Dei capelli così chiari possono appartenere soltanto a un uomo: Re Enzo!

La donna non tentenna nemmeno un secondo: spalanca le finestre e inizia a gridare a squarciagola.

In un attimo, gli uomini di guardia acciuffano il portatore con la brenta e riconducono Re Enzo nella sua prigionia dorata: il palazzo nuovo a pochi passi da Piazza Maggiore a Bologna.

Re Enzo: vita, morte e prigionia di un uomo leggendario

Ma chi è Re Enzo? Perché un re è tenuto prigioniero nel cuore della città? Qual è il palazzo da cui tentò questa fuga rocambolesca?

Riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro di qualche anno.

Siamo nel 1249. I bolognesi muovono contro Modena, da sempre fedele alla corona imperiale.

Da Cremona, in difesa di Modena, parte Re Enzo con l’esercito imperiale. Enzo è figlio naturale dell’Imperatore Federico II – poi creato cavaliere e addirittura nominato Re di Sardegna.

Fedelissimo del padre, Re Enzo dopo dieci anni di trionfi nel nord Italia fu fatto prigioniero dai bolognesi nella battaglia presso Fossalta del 26 maggio 1249.

Condotto in città qualche mese dopo, fu incarcerato nel palazzo nuovo appena costruito a pochi metri di Piazza Maggiore a Bologna.

L’edificio è ancora oggi conosciuto come Palazzo Re Enzo.

Malgrado le pressioni e gli svariati tentativi fatti da Federico II per liberarlo, la città di Bologna non mollò mai il suo regale prigioniero.

In una sorta di prigionia dorata, Re Enzo dalla bionda chioma passò il resto della sua vita recluso nelle celle per lui allestite nel cuore della città.

Qui Re Enzo morì nel 1272 dopo circa 23 anni di prigionia. E il suo corpo è rimasto per sempre a Bologna, tumulato nell’eternità nella basilica di San Domenico.

La lunga prigionia dello sfortunato erede svevo, fu il punto di partenza della nascita della leggenda di Re Enzo. Leggenda che con varie declinazioni si è perpetuata nel corso dei secoli, trasformando Re Enzo nel prototipo dell’eroe romantico.

Dal Palazzo del Podestà al Palazzo dei Banchi

Re Enzo “viveva” a pochi metri da Piazza Maggiore a Bologna. Lungo il perimetro della piazza si innalzano i principali edifici del potere politico e religioso della città.

Il nostro percorso in Piazza Maggiore a Bologna inizia dal Palazzo del Podestà. Costruito a partire dal 1200, in concomitanza con la piazza stessa, e in realtà mai del tutto terminato.

Il piano terra è occupato dal cosiddetto voltone del Podestà. Una sorta di strada coperta che unisce i vari palazzi dell’isolato: il Palazzo del Podestà, il Palazzo Re Enzo e il Palazzo del Capitano del Popolo.

Il voltone era sede di molti eventi della vita pubblica bolognese, compreso l’antico mercato e le esecuzioni capitali. All’incrocio del voltone sono collocate le quattro statue dei protettori di Bologna: san Petronio, san Francesco, san Domenico e san Procolo.

Al di sopra dell’incrocio del voltone, svetta la torre dell’Arengo mentre sempre all’interno della campata centrale si innesca un particolare fenomeno sonoro. Infatti, se si parla a voce bassa con la faccia rivolta a uno dei piloni dell’incrocio del voltone, chi sta sul pilone opposto sente distintamente le parole pronunciate dalla persona che parla dall’altro lato.

Spostandoci in senso orario, passiamo al Palazzo dei Banchi. Il nome è dovuto al fatto che l’edificio era la sede dei banchieri dell’epoca. La sua costruzione iniziò nei primi anni del ‘400, e l’aspetto attuale deriva dall’intervento più tardo eseguito dal Vignola.

Il grande architetto ideò una facciata porticata continua in modo da conferire il giusto decoro agli edifici che si affacciavano su quel lato di Piazza Maggiore a Bologna.

La Basilica di San Petronio

Il nostro percorso di visita in Piazza Maggiore a Bologna, continua con la Basilica di San Petronio: l’edificio religioso più importante della città.

I lavori per la costruzione del luogo di culto iniziarono nel 1390 per volere del Comune di Bologna che ne affidò la direzione ad Antonio di Vincenzo.

Il colossale progetto iniziale, che prevedeva che la chiesa fosse la più grande del mondo cristiano, fu poi ridimensionato per questioni economiche nel corso del tempo. Terminata intorno alla metà del ‘600, ancora oggi la Basilica presenta una meravigliosa facciata “incompleta”. Per la metà superiore ricoperta da laterizio a vista e per la metà inferiore da ricchi marmi.

Nella facciata si aprono tre portali che immettono nelle tre navate della Basilica. Il portale centrale è noto come Porta Magna e venne realizzato dallo scultore Jacopo della Quercia a partire dal 1425.

Penetrando all’interno, si aprono le tre navate scandite da dieci piloni con quella centrale a pianta quadrata. Le navate inferiori sono circondate da ventidue cappelle.

Particolarmente nota è la quarta cappella nella navata sinistra, detta cappella dei Re Magi e affrescata da Giovanni da Modena con il ciclo pittorico raffigurante il Paradiso e l’Inferno.

Sul pavimento della Basilica è visibile la Meridiana di San Petronio. Realizzata da Gian Domenico Cassini intorno al 1656, detiene il record di meridiana più lunga al mondo.

La Basilica di San Petronio, nella sua lunga storia, è stata la sede di importanti eventi storici. Impossibile non citare l’incoronazione ad Imperatore di Carlo V, avvenuta il 24 febbraio del 1530 per mano del papa Clemente VII.

Dal Palazzo dei Notai ai Palazzi del Comune

Usciti da San Petronio, il percorso in Piazza Maggiore a Bologna prevede una tappa al Palazzo dei Notai.

Posto al fianco della Basilica, l’edificio presenta in facciata lo stemma della corporazione dei Notai: tre calamai con penne d’oca.

Subito dopo, sempre spostandosi in senso orario in Piazza Maggiore a Bologna, si staglia il complesso dei Palazzi del Comune.

Il nucleo più antico del complesso è quello del Palazzo D’Accursio così chiamato in quanto residenza del giurista D’Accursio che nel 1284 vendette poi l’edificio al Comune di Bologna.

Ampliato nel corso del tempo, il complesso comunale presenta ancora oggi in facciata pregevoli sculture come la statua della Madonna con Bambino di Niccolò dell’Arca.

A metà del ‘500 venne aggiunto il portale, opera di Galeazzo Alessi. Nel 1580, al di sopra del portale fu collocata la statua in bronzo di papa Gregorio XIII, pontefice proveniente dalle fila della famiglia bolognese dei Boncompagni.

Il ritorno a Palazzo Re Enzo e la fontana del Nettuno

Continuando la passeggiata in Piazza Maggiore a Bologna, chiudiamo il cerchio e approdiamo dinanzi a Palazzo Re Enzo, dove la nostra storia ha avuto inizio.

Inizialmente chiamato palazzo nuovo, venne costruito per ospitare ulteriori funzioni comunali. Ma la sua notorietà è legata alla lunga prigionia bolognese di Re Enzo.

Tra i Palazzi del Comune e il Palazzo Re Enzo, si apre la Piazza del Nettuno realizzata intorno al 1565 come continuazione ideale di Piazza Maggiore a Bologna.

Lo slargo ospita al centro la celeberrima Fontana del Nettuno, risalente agli stessi anni. Opera in marmo e bronzo dello scultore fiammingo Jean de Boulogne, anche noto come il Giambologna.

Fontana del Nettuno (e Palazzo Re Enzo)
La Fontana del Nettuno#googleimages

La nostra passeggiata in Piazza Maggiore a Bologna termina qui. Lo spazio non è mai molto per descrivere tutte le meraviglie condensate in luogo carico di storia e meraviglie come questo.

Da parte mia mi basta solo aver aizzato nel lettore la curiosità di visitare Piazza Maggiore a Bologna. Una visita che può essere immaginata con al fianco la melanconica figura di Re Enzo che con la sua rocambolesca fuga tentò di riconquistare senza successo la libertà perduta da tempo.

“L’arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità.”
Pablo Picasso

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